Bottiglia da 100 ml di cotto di fichi d'india

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    Il cotto di fichi d’india è un trasformato del succo di fichi d’india che diventa un concentrato simile ad un aceto balsamico dolce. La sua trasformazione avviene mediante una cottura di circa 72 ore, durante le quali il liquido si riduce a un decimo del prodotto iniziale. Si ottiene un composto di colore rosso e una consistenza simile ad un vino d’uva quando lo si fa bollire, da qui il nome di vino cotto. Si gusta sul pane arrostito, sul gelato o yogurt bianco, sul formaggio fresco o arrostito, sull’arrosto, sul gelato bianco al gusto fior di latte, stracciatella o panna cotta, o con la ricotta fresca. Anticamente nelle tradizioni popolari del sud Italia si usava anche come sciroppo per la tosse. Questa tradizione sta sparendo a causa dell'inteso lavoro da svolgere nella sua preparazione. L’unico ingrediente è il succo di fichi d’india concentrato e ha un sapore decisamente dolce. Il vino cotto era prodotto sin dai tempi degli antichi Romani che lo usavano come ingrediente per arricchire carni ed altri piatti o nelle torte come edulcorante prima che venisse introdotto l’uso dello zucchero di canna. La zona storica di produzione è a Terlizzi, in provincia di Bari. Le quantità prodotte sono minime. Il vinocotto di fichi d’india rischia di scomparire perché richiede una cottura lenta e molto lunga con un conseguente grande dispendio di energie e di tempo.